sabato 17 marzo 2012

C'ERA UNA VOLTA LE MARCHE: AMARCORD
E' inimmaginabile quante siano le bellezze e i misteri di questa terra ricca di storia.
Le Marche, una regione al plurale, una composita unità di paesi, ognuno con la sua precisa identità.
Borghi antichi che dall'alto dei dolci colli dominano le valli e seguono il lento scorrere dei fiumi fino al mare.
Una terra varia, che ripete come uno schema geografico l'...alternarsi di colli e vallate, ritmate dal percorso parallelo dei brevi fiumi.
Gente genuina, quella delle Marche, ma diversa fino a ieri; oggi anch'essa afflitta dalla globalizzazione che annienta la ricchezza della diversità.
Ogni fazzoletto di terra aveva il suo dialetto per la sua storia da raccontare.
C'erano gli uomini del mare, aperti e gioviali, ma anche tenaci e rudi, temprati dal sole e dalla salsedine, come i loro volti solcati dalle rughe.
Gente di confine, quella del mare, abituata a vincere le paure.
Storie di burrasche, di avventurosi viaggi in oriente, di antichi tesori ripescati. Storie chiuse nel cuore dei vecchi pescatori, stretti in simbiosi con l'acqua da cui tutto dipendeva.

C'erano gli uomini della campagna, taciturni e schivi, ma anche orgogliosi e saldi nei propri princìpi.
Gente di antiche tradizioni, quella di campagna, rassegnata a subire gli strani umori della natura, a rispettarne i tempi.
Ricordi di storie raccontate dai vecchi, alla sera, nel tepore delle stalle, al suono di una fisarmonica, sotto l'occhio vigile di sapienti gnomi e di splendide fate.

C'erano gli uomini dei monti, cupi e severi, ma anche ospitali e generosi.
Gente abituata a strappare e terra e pietra alla montagna, resistente ad ogni avversità. Racconti di caccia al cinghiale, profumo di funghi e di tartufi, incontri con le ninfe delle fonti che sanno di muschio, con le streghe silvestri che bruciano nei fuochi dei camini, con le sibille nascoste negli antri della montagna.

Il resto era fatto di monasteri, chiese e palazzi nobiliari, chiusi da resti di mura e fortificazioni ormai inutili.

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