Osimo: Palazzo Campana e le misteriosi grotte

I misteriosi bassorilievi delle grotte sotto il collegio CAMPANA
Dalla "Guida Insolita ai misteri, ai segreti alle leggende e alle curiosità delle Marche, di Fabio Filippetti e Elsa Ravaglia, Newton & Compton editori, Roma, giugno 2002.
"... Sempre nel centro storico, in un dedalo incredibile di cunicoli e cavità, si trovano le sorprendenti sculture dei sotterranei di Palazzo Campana. Questa costruzione prende il nome da quello di una famiglia patrizia osimana che ebbe nel suo casato uomini di gran valore. Per gli osimani il Palazzo Campana è un vero tempio della cultura cittadina e non solo perché fu sede, sin dagli inizi del Settecento di una istituzione educativa (Nobil Collegio), ma anche perché rappresenta un patrimonio artistico della città. Il "Campana", cessata nel 1967 la funzione educativa rivolta ai giovani e divenuto da alcuni anni "Istituto per l'istruzione permanente", viene ricordato oggi perché è anche la sede prestigiosa delle più importanti istituzioni culturali osimane quali la Biblioteca e l'Archivio Storico comunali, la Civica Raccolta d'Arte, l'Accademia dell'Arte Lirica e Corale e da ultimo la Scuola di preparazione alla carriera diplomatica. Il palazzo è quindi molto conosciuto; pochi però sanno che nel sottosuolo, al riparo da occhi indiscreti e dal caos cittadino, questo edificio nasconde un tesoro inaspettato: una lunga serie di grotte e cunicoli, la cui trama si sviluppa in una sorta di labirinto arcano.



I successivi corridoi sono abitati da figure immobili e misteriose, scolpite nell'arenaria: le ruvide pareti ospitano suggestive scene di guerra, di caccia e di mitologia. Guerrieri si mescolano a diavoli, saggi e statiri, animali e cacciatori; sopra ad un arco un fauno suona il flauto, mentre una venere emerge da una conchiglia. Dietro ad una colonna, un rilievo raffigura un uomo dotato di uno strano copricapo e armato di arco e frecce; più distante una impressionante figura bicefala, con coda di scorpione, sfida il visitatore a capirne il significato simbolico; oltre ancora c'è un elefante che, alla maniera egiziana, è sormontato da un obelisco; in alto, un corte di satiri, o di piccoli diavoli, trascina in un carro una donna denudata. Diversi disegni esprimono ancora valenze simboliche, mentre altri risultano ormai appiattiti nell'arenaria
Sulle immagini delle grotte di Palazzo Campana, gli studiosi sono divisi: alcuni propendono per una opera artistica risalenti all'epoca greco-gotica, altri avanzano l'ipotesi di una realizzazione più recente, una sorta di rielaborazione di temi mitologici e simbologici. Forse si tratta di raffigurazioni disordinate; forse, invece, nascondono un preciso itinerario esoterico, riferiti a culti di divinità pagane (Mithra, Bacco o Dionisio). Tra le ipotesi emerge anche quella di un Ordine iniziatico, che si sarebbe riunito in queste diramazioni sotterranee per oficiare segrete cerinmonie. A parte le diverse considerazioni interpretative, su un punto tutti quelli che hanno avuto modo di visitare questo percorso occulto concordano: si tratta di un luogo davvero magico, dove le figure sembrano essere vive e sembrano staccarsi dalle pareti, tanto risulta intatta la suggestione di questi ambienti....".
"Tuttavia se prestiamo attenzione possiamo notare scolpiti, in una volta a crociera, quattro stemmi di casate patrizie osimane, che siamo indotti a ritenere coevi alla esecuzione delle scene simboliche. A "far luce" sulle grotte di Palazzo Campana è soprattutto la riconosciuta circostanza che alcune delle figure scolpite sono riportate esattamente dall'opera Nuova Iconologia" del perugino Cesare Ripa e probabilmente da questo testo sono state tratte. La Nuova Iconologia rappresenta una sorta di repertorio di allegorie, che raffigurano, altre alla Virtù, ai Vizi e alle Passioni, anche le Arti e le Parti del mondo con i loro attributi. Da questo testo attinsero a piene mani generazioni di artisti e di poeti di tutta Europa e il fatto che certe figure tufacee corrispondono esattamente a quelle cartacee, ci induce a collocare l'esecuzione scultorea delle grotte al periodo successivo all'apparizione di questa opera, vale a dire al Seicento, verosimilmente alla seconda metà..."
"...dall'analisi dell'intero manufatto è rinvenibile una parte più antica - che molto probabilmente è rimasta incompiuta- frutto di una mano scultorea meno felice ma dal significativo senso simbolico. Questi bassorilievi sono collocati nella seconda galleria e sono quelli relativi alla parte alta della volta raffiguranti il ratto di Proserpina, il Bacco, la caccia al Cervo, l'Elefante con la torre e altri elementi raffigurati e corrispondono anche a quelli più vicini al pozzo, che un tempo doveva essere l'unica via di accesso alle grotte.
La restante parte è più recente, della tarda età barocca o dell'epoca successiva e molto probabilmente è stata eseguita da qualche docente o allievo del collegio e dà l'impressione di un esercizio scultoreo "di riempimento". Non c'è più l'ispirazione simbiolica a sorreggere l'autore per cui l'anonimo artefice è costretto a ricorrere al repertorio di allegorie di Ripa.
Se da un lato, quindi, l'Iconologia del Ripa spiega le figure più moderne, per quelle più antiche resta ancora enigmatica l'interpretazione...

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